Care Amiche e cari Amici della FADOI e dell’ANÌMO,
eccoci all’Aggiorn@Fadoi di Ognissanti, stavolta voglio iniziare la presentazione di questo numero con un ringraziamento rivolto ad Antonio Brucato che arricchisce la nostra sezione linee guida con un suo prezioso commento.
Infatti, oggi vi presentiamo le linee guida dell’ESC, sulla gestione delle pericarditi e miocarditi (e non è un caso, come vedremo, che siano una linea guida comune) oltre ad un quasi contemporaneo Consensus Statement dell’ACC sulle pericarditi.
Antonio Brucato è uno dei componenti del panel dell’ESC, ed è uno dei maggiori esperti internazionali in questo campo. Nel commento viene coadiuvato da Lucia Trotta, sua preziosa collaboratrice ed una delle più valide attrici della prestigiosa ed operosissima scuola di Antonio. L’attiva fidelizzazione di Antonio alla nostra Società la impreziosisce e ce ne rende orgogliosi. Il loro commento alle linee guida ESC non si limita a caratterizzare i principali punti di rilievo di queste, che sono prime linee guida mai pubblicate sulle miocarditi (prima c’erano solo position papers, statement, e simili, ma mai delle linee guida), ma si estende ad un rilevante confronto con la quasi contemporanea uscita del documento di consenso 2025 dell’American College of Cardiology (ACC) pubblicato su JACC e dedicato alla gestione delle pericarditi, offrendo un quadro aggiornato della prospettiva americana. Entrambi i documenti contribuiscono a consolidare principi già affermati nei precedenti paper. Antonio e Lucia delineano gli ambiti di netta convergenza tra le due società scientifiche, che riflettono una progressiva armonizzazione delle raccomandazioni internazionali in materia di pericardite. Suggerendo entrambe la formalizzazione di centri di riferimento per le malattie pericardiche e miocardiche. Naturalmente, vengono anche evidenziati alcuni punti di differenza tra i due documenti di cui, tra l’altro, quello americano è un position paper e quello europeo è una linea Guida vera e propria.
Proseguimento o interruzione temporanea degli agenti immunomodulatori durante le infezioni in pazienti con malattie reumatiche infiammatorie: un trial controllato randomizzato. Gli agenti immunomodulatori sono comunemente usati per trattare l’infiammazione nelle malattie reumatiche. Le linee guida in genere raccomandano di interromperli temporaneamente durante le infezioni, ma le prove a sostegno di questo approccio sono limitate e il prosieguo della terapia può essere altrettanto sicura se non addirittura preferibile. Ad oggi, non sono disponibili studi che confrontino direttamente gli esiti clinici dell’interruzione rispetto alla continuazione degli agenti immunomodulatori durante un’infezione. Per colmare questa lacuna, è stato condotto uno studio randomizzato controllato volto a valutare l’effetto della prosecuzione rispetto alla sospensione temporanea del trattamento in caso di infezione intercorrente, con particolare attenzione alla progressione verso forme gravi.
Fattori associati al mancato uso di anticoagulanti orali nei pazienti con fibrillazione atriale al primo ictus ischemico: uno studio a livello nazionale. Questo studio nazionale, proposto da Carmela Mazzoccoli della FADOI Basilicata, mira a caratterizzare i pazienti con FA che non assumono terapia anticoagulante orale al loro primo episodio di ictus ischemico. Riuscire a comprendere la motivazione del mancato utilizzo di anticoagulanti orali è fondamentale per migliorare le strategie di prevenzione dell’ictus ischemico.
Trattamento dell’obesità con chirurgia bariatrica vs agonisti del recettore GLP-1. L’obesità è una condizione cronica con conseguenze negative per i pazienti, per il sistema sanitario e per la società. Il trattamento più efficace per l’obesità di classe II e III è la chirurgia bariatrica metabolica (MBS), che è generalmente considerata l’ultima risorsa, ma gli agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1 RA) hanno recentemente mostrato risultati molto promettenti. Entrambi i trattamenti comportano costi importanti: la chirurgia implica un investimento iniziale elevato, mentre i farmaci richiedono spese ricorrenti a lungo termine. Alla luce di ciò, è utile confrontare l’impatto economico e clinico delle due strategie terapeutiche per guidare le scelte nel trattamento dell’obesità.
Uso Real-World, efficacia e sicurezza della Fosfomicina Endovenosa: Studio FORTRESS. Negli ultimi anni stiamo assistendo al problema sempre più serio dell’antibioticoresistenza. Questo rende difficile curare alcune infezioni e mette a rischio la salute di molti pazienti. Come medici, abbiamo il dovere di usare gli antibiotici con attenzione, riservando i farmaci più potenti solo ai casi davvero gravi. In un simile contesto è tornata utile una vecchia conoscenza: la fosfomicina, un antibiotico in circolazione da oltre 40 anni. Oggi viene usata di nuovo, soprattutto per via endovenosa, perché ha alcune caratteristiche molto interessanti: agisce in modo diverso rispetto ad altri antibiotici, funziona bene in combinazione con altri farmaci, riesce a penetrare in profondità nei tessuti e può essere efficace anche contro i batteri più difficili da trattare. Uno studio recente ha valutato proprio l’uso della fosfomicina negli ospedali, analizzandone efficacia e sicurezza. I risultati sono incoraggianti, e ci spingono a considerarla come una risorsa preziosa nella lotta contro le infezioni resistenti. Erasmo Porfido, giovane FADOI Puglia, ci propone questo interessante studio.
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Virus respiratorio sinciziale (RSV). Meglio vaccinare nell’anziano? Sara Rotunno ci propone questo tema, molto importante nella stagione invernale. Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è una causa comune di infezioni respiratorie negli anziani e può provocare gravi complicanze, soprattutto nelle persone con patologie pregresse. Nei Paesi industrializzati, si stimano ogni anno circa 5,2 milioni di casi gravi, 470.000 ricoveri e 33.000 decessi legati all’RSV. Per proteggere gli adulti dai 60 anni in su, è stato sviluppato un vaccino bivalente a base di proteina F di prefusione (RSVpreF). Studi di fase 3 hanno mostrato un’efficacia dell’83–89% nel prevenire malattie respiratorie delle basse vie a seconda della formulazione (non adiuvata, adiuvata o a mRNA). Tuttavia, questi studi non erano specificamente progettati per valutare gli esiti più gravi come i ricoveri ospedalieri.
L’ANGOLO INTERSOCIETARIO SIIA-FADOI
Obiettivi precoci della pressione arteriosa nella lesione acuta del midollo spinale. Nel trattamento precoce delle lesioni acute del midollo spinale, mantenere la pressione arteriosa a livelli elevati potrebbe aiutare il recupero neurologico, ma le prove sono ancora deboli. Questo studio ha confrontato due approcci (pressione alta vs. pressione standard) per valutare se un miglior controllo della pressione potesse portare a un recupero motorio e sensoriale migliore, senza aumentare i rischi.
SHORT REPORT
Un target di pressione arteriosa generalizzato a tutta la popolazione adulta non è sempre indicato agli anziani.
Il mio short report di questo numero inizia con delle considerazioni storiche sulla definizione terminologica dell’ipertensione e sull’evoluzione ideologica che essa ha evidenziato dagli anni ’30 ad oggi, arrivando a conclusioni pragmatiche nei confronti del recente upgrade delle linee guida dell’l’American Heart Association e l’American College of Cardiology, particolarmente rigide nella gestione dei valori pressori, alla stregua di quelle europee e canadesi. Il report si chiude con le parole di un geriatra, il dott. Allen Chang, che dice: “…. dopotutto, stiamo curando il paziente che abbiamo di fronte, e non un numero sul misuratore di pressione sanguigna.” e questo per noi internisti è un vero e proprio invito a nozze”.
SPAZIO GIOVANI FADOI
L’editing genetico di Nexiguran Ziclumeran nell’amiloidosi ereditaria da transtiretina associata a polineuropatia. L’amiloidosi da transtiretina (ATTR) è una malattia rara in cui una proteina prodotta dal fegato, la transtiretina (TTR), si accumula in forma anomala in vari organi. Nella forma ereditaria (ATTRv), colpisce soprattutto i nervi, causando una neuropatia progressiva che compromette movimento, sensibilità e funzioni autonome, con impatto grave sulla qualità e durata della vita (sopravvivenza media: 6–12 anni). Le cure attuali, come stabilizzatori e silenziatori della TTR, possono rallentare la malattia, ma richiedono trattamenti a vita e non fermano del tutto la progressione, specie nelle fasi avanzate. Per questo, servono terapie più durature ed efficaci. Anita Di Sisto, Elisabetta Rota e Claudio Marone, della FADOI Giovani Campania, ci propongono questo lavoro pubblicato sul NEJM in cui si indica il Nexiguran Ziclumeran (nex-z, anche noto come NTLA-2001) come trattamento di editing genetico, cioè una tecnologia che permette di modificare il DNA direttamente all’interno del corpo (in vivo). Si è, naturalmente, in pieno corso di sperimentazione.
MEDICINA DI GENERE
Differenze di sesso nella risposta ai farmaci anticonvulsivanti nelle persone con epilessia. Nell’ambito di un più ampio progetto, volto a valutare le differenze legate al sesso negli effetti avversi e nell’efficacia degli anticonvulsivanti, è stata eseguita una revisione sistematica incentrata sulle differenze nella risposta ai farmaci anticonvulsivanti tra maschi e femmine con epilessia e sono emerse differenze importanti, come ci riassumono Isabella Zanotti ed Elena Barbagelata.
L’ANGOLO ANÍMO
Errori correlati alla somministrazione di farmaci da parte degli infermieri durante la degenza ospedaliera: uno studio multicentrico osservazionale prospettico. Gli errori nella gestione dei farmaci rappresentano una delle principali criticità in ambito ospedaliero, con gravi conseguenze cliniche ed economiche. L’OMS ha indicato questo problema come una priorità globale, puntando a ridurre del 50% gli errori terapeutici entro il 2027. Le criticità possono emergere in tutte le fasi del processo, dalla prescrizione alla somministrazione, e sono aggravate da fattori organizzativi (mancanza di linee guida, sovraccarico di lavoro) e formativi (scarsa esperienza, cultura della sicurezza non consolidata). Comprendere le cause di questi eventi è essenziale per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure. Vi proponiamo una sintesi di Domenico Clemente e Ignazia Lo Burgio.
L’ANGOLO DELLE LINEE GUIDA
- 2025 Concise Clinical Guidance: An ACC Expert Consensus Statement on the Diagnosis and Management of Pericarditis.
- 2025 ESC Guidelines for the management of myocarditis and pericarditis.
Ringrazio ancora una volta Antonio Brucato e Lucia Trotta per il prezioso commento a queste linee guida ed auguro a tutti voi una buona e proficua lettura.
Andrea Fontanella
Aggiorn@FADOI Numero 235 | 1° novembre 2025
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