L’iniziativa, promossa nell’ottica “One Health”, mira a contrastare l’inquinamento generato dalle strutture sanitarie, responsabili di quasi un decimo delle emissioni di gas serra.
Il nuovo rapporto OCSE “Decarbonising Health Systems Across Countries” lo documenta chiaramente: quasi un decimo delle emissioni di gas serra nei Paesi occidentali è generato dal settore sanitario, che da motore di salute pubblica si trasforma anche in grande agente inquinante, con il 4,4% delle emissioni attribuibili in media ai Paesi avanzati. Una quota che supera, a sorpresa, quella di altri settori come l’aviazione, tradizionalmente percepiti come altamente inquinanti.
Numeri, quelli delle emissioni attribuibili alla sanità, rispetto ai quali l’Italia non fa eccezione. Politiche di appropriatezza — quelle capaci, ad esempio, di ridurre i ricoveri impropri — potrebbero abbattere fino a un quarto le emissioni ospedaliere, dalle quali dipende circa un terzo dei gas serra liberati nell’ambiente. E, come in un cane che si morde la coda, il maggiore inquinamento prodotto dalle strutture sanitarie finisce per far ricadere su queste stesse un numero crescente di pazienti affetti da malattie croniche cardiovascolari, respiratorie, oncologiche e renali, aggravate proprio dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici.
Leggi l’intervento del Ministro della Salute Orazio Schillaci
Su queste basi è nato, due anni fa, il progetto “Un albero per la salute” della FADOI e dell’Arma dei Carabinieri, nell’ambito dell’iniziativa dell’Arma “Un albero per il futuro”, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente.
Roma, 21 ottobre 2021
In questa terza edizione, presentata oggi a Roma presso l’Ospedale Isola Tiberina, il progetto nazionale ha previsto la donazione e la messa a dimora — dopo i trenta alberi del 2023 e del 2024 — di altrettanti giovani alberi in 38 ospedali italiani da parte dei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità per un totale di 100 alberi messi a dimora nei tre anni del progetto.
Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino e sarà possibile seguirne la crescita su un sito web, apprezzando anche il risparmio di anidride carbonica (CO₂). La durata complessiva del progetto sarà di tre anni. Durante l’evento sono stati inoltre donati alcuni giovani alberi a due scolaresche per sensibilizzare i ragazzi all’educazione ambientale e alla tutela del territorio.
“In Italia il tema della decarbonizzazione sanitaria è ancora in fase embrionale, anche se negli ultimi anni sono state avviate varie iniziative a livello locale, soprattutto nell’ambito dell’edilizia ospedaliera, per l’efficientamento energetico di ospedali e strutture sanitarie, spesso legate a programmi europei di riqualificazione finanziati con il PNRR”, commenta il presidente di FADOI, Francesco Dentali.
“Occorre ora compiere il salto di qualità e mettere in atto una strategia nazionale organica, che consenta di agire sui fattori maggiormente inquinanti del nostro sistema sanitario, intervenendo non da ultimo sulle filiere di farmaci e dispositivi medici, responsabili di circa due terzi delle emissioni di gas serra.”
“Come rimarcato dal rapporto OCSE, le linee di intervento dovrebbero riguardare in primo luogo la realizzazione di strutture ospedaliere low carbon e resilienti, l’orientamento degli appalti Consip e delle centrali regionali d’acquisto verso fornitori di farmaci e dispositivi medici meno inquinanti, l’adozione di scelte cliniche più sostenibili — come la sostituzione dei gas anestetici o degli inalatori spray più inquinanti — e, non da ultimo, una migliore presa in carico territoriale che riduca i ricoveri impropri”, sostiene il presidente eletto FADOI, Andrea Montagnani.
“Un obiettivo – aggiunge – che non può prescindere da una maggiore integrazione tra servizi sociali e sanitari, visto che, come dimostrato da una recente indagine FADOI, ogni anno due milioni di giornate di degenza riguardano anziani soli che potrebbero essere dimessi, ma restano in corsia perché non hanno nessuno che li assista a casa.”
“Un ambiente sano è alleato della buona sanità perché aiuta a contrastare l’insorgere di malattie gravi, che secondo l’OMS in un caso su quattro sono determinate dall’esposizione a fattori ambientali, dai quali in tutto il mondo dipendono 1,4 milioni di decessi per cancro”, ricorda Dario Manfellotto, presidente della Fondazione FADOI. “Come ricordava Papa Francesco, ‘non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato’. Per questo – sottolinea Manfellotto – è necessario unire la competenza della medicina con quella delle scienze ambientali, in un’ottica One Health di promozione della salute che includa anche il mondo animale e l’habitat in cui viviamo.”
“Il progetto ‘Albero per la Salute’ incarna perfettamente la visione ‘One Health’, che riconosce l’indissolubile legame tra la salute umana e la salute del pianeta. Non può esserci benessere delle comunità senza ecosistemi sani e resilienti. Attraverso il semplice ma potente gesto di piantare un albero, realizziamo sia un’azione concreta di conservazione attiva – creando presidi di biodiversità e regolatori climatici – sia un investimento in salute pubblica, promuovendo benessere fisico e psicologico. Ogni albero piantato è così un presidio completo di salute, che unisce la tutela dell’ambiente al benessere delle persone in un’unica strategia efficace.” Ha affermato Gen. B. Raffaele Pio Manicone, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità.
“Siamo orgogliosi che l’Ospedale Isola Tiberina abbia ospitato anche la terza edizione di questa importante iniziativa, che unisce in modo concreto la tutela dell’ambiente e la promozione della salute. Il progetto Un albero per la salute incarna perfettamente la nostra visione di sanità sostenibile, fondata sull’idea che la cura delle persone non possa prescindere dalla cura del pianeta. In questi anni stiamo lavorando per rendere il nostro ospedale un luogo sempre più attento all’efficienza energetica, alla riduzione degli sprechi e all’uso responsabile delle risorse. L’impegno condiviso con FADOI e con l’Arma dei Carabinieri rappresenta un ulteriore passo in avanti verso un modello di ospedale, capace di coniugare innovazione, qualità assistenziale e rispetto per l’ambiente.” Ha dichiarato Giovanni Arcuri, Direttore Generale dell’Ospedale Isola Tiberina.